ragionamenti
Sulla normativa attuale nelle Costruzioni
ricostruire il tessuto edilizio
Cara Valentina in merito al tuo Post, oggi cercherò di fare alcune osservazioni in base alle conoscenze da me sviluppate in questi 37 anni di libera professione da geometra svolta a tutto campo, dove, come spesso accade a tanti professionisti piccoli o grandi che siano è capitato di tutto e di più.
Auguro, quindi, che ciò che dico sia utile a qualcosa.
Reputo un guazzabuglio di inconcludenze l'attuale normativa sulle costruzioni, che a diverso titolo interferisce estremamente negativamente su tutte le materie scientifiche che riguardano l'argomento.
Prima di passare sopra a questa affermazione, invito a riflettere attentamente, sugli gli ultimi accadimenti riguardanti i terremoti, le mappe di rischio e le metodiche costruttive, che appalesano l'inadeguatezza del nostro modo di operare, che di fatto produce solo disastri "annunciati".
Tutto questo mi porta ad una semplice conclusione: I fabbricati cadono per la normativa in vigore e mi permetto di aggiungere anche, perché su innumerevoli volumi dedicati alla scienza delle costruzioni le formule di calcolo concrete e gli esempi chiarificatori sono inesistenti o racchiusi nel più fitto alone del mistero scientifico architettonico e costruttivo.
Ripeto : come si può fare una normativa sulle costruzioni dove non c'è un solo esempio pratico su come progettare un semplice fabbricato, ma solo simboli ingarbugliati ?
Vogliamo giocare ai dadi ?
Ricordiamo anche che gli eurocodici, "per quello che valgono" non sono presenti nemmeno nel sito della comunità europea e personalmente, per reperirli ho dovuto girare in internet per giorni, trovandoli solo nei siti più disparati.
Se a tutto questo aggiungiamo l'aumento esponenziale degli enti preposti (che non servono a niente) al rilascio delle varie autorizzazioni necessarie per l'approvazione di un progetto, dei costi sostenuti e degli oneri come assicurazioni varie ecc. (che generano solo altre forme di inibizione, alterazione e speculazione varia), oltre che a quante iscrizioni bisogna fare per poter presentare una pratica, possiamo tranquillamente dire che stiamo progettando l'immobilismo e cioè niente.
Penso che qualcuno sta diventando scemo veramente, ma è ancora più scemo se pensa che siano scemi anche le persone come me.
Se siamo al punto che le regole elementari del costruire si sono perse per strada, mentre la progettazione burocratica prevede, ormai sempre più mezze figure professionali, in continuo conflitto di competenza, tale che gli ingegneri confliggono con i mezzi ingegneri, con quelli con differente titolo di specializzazione e con gli architetti, mentre i geometri non vengono neppure considerati abilitati a progettare una scala o una rulla, dico che non è mio compito insegnare la scienza delle costruzioni, perché nessuno mi ha chiesto alcunché in questo campo, anche se qualcosa da dire c'è lo avrei pure.
Però, devo dire che tutti dovremmo riflettere se i professionisti con alti titoli hanno paura di perdere il lavoro se un geometra progetta un modesto fabbricato in cemento armato o in acciaio, per esempio di due o tre piani, in una realtà in cui ormai esistono grattacieli di centinaia di piani e di complessi edifici.
Penso che l'esperienza non è aria fritta, come pure lo studio reale, che ognuno può compiere soprattutto oggi con le innumerevoli risorse della rete globale e che i percorsi di vita personale valgono in contenuti e sostanza a differenza dei titoli che rimangono solo tali, con tutto il rispetto per gli studi seri e veri, che non sono in alcun conflitto con la sperimentazione o l'oggettiva preparazione e capacità di ognuno.
Mi sia concessa qualche battuta sulla spettanza in materia di progettazione sulle costruzioni ricordando che è compito dei legislatori decidere quali siano le competenze e a chi competono e non degli ordini professionali.
La questione è che i legislatori non hanno mai, di fatto, voluto sottrarre la competenza sulle piccole costruzioni ai geometri, anche e perché come tutti sanno, li dove è richiesta la competenza nel rilievo dei luoghi, nella progettazione, nella computazione, nella picchettazione e nella realizzazione delle strade e di altri lavori importanti, la presenza di questa figura è sempre un valore aggiunto che migliora ogni opera.
Tutti conoscono la capacità di adattamento di questa figura professionale alle esigenze delle famiglie e delle realtà modeste in termini di qualità e di costi che è insuperabile e in molti casi indispensabile, soprattutto oggi in queste condizioni, per colmare i vuoti istituzionali.
Nel mio modesto percorso lavorativo e nelle svariate riunioni professionali e di categoria, risalenti anche a più di 20 anni fa, in diversi momenti ho suggerito, proposto ed ho rilevato chiaramente la necessità di standardizzare programmi di rilievo catastale, di progettazione architettonica e di calcolo strutturale con computi dei costi e procedimenti della sicurezza, consigliando di dare ai professionisti strumenti istituzionali seri ed obiettivi per esprimere compiutamente e positivamente il loro operato nella società.
Mi chiedo perché non vengono utilizzati tutti i professori universitari, i ricercatori, i professionisti di maturata esperienza e tutti quelli che sanno fare bene le cose, per costruire queste procedure di qualità o queste piattaforme di lavoro intelligenti, per darle gratuitamente ai soggetti interessati e permettergli di usare bene il loro tempo, invece di occultare tutto e di lasciare la questione nelle mani di un mercato caotico, spregiudicato, alle speculazioni economiche e al caso degli eventi ?
Penso che è estremamente riduttivo inscatolare la figura del progettista e isolarla in uno schema che ha la figura del geologo, del geometra, dell'architetto, dell'ingegnere, ecc..
A mio avviso, una persona, quando sceglie di svolgere il lavoro del progettista assume in se tutte le figure anzi dette, cioè diventa geologo, geometra, architetto, ingegnere, ecc., perché ha assoluta necessità di comprendere tutte le fasi della progettazione, delle loro connessioni e degli sviluppi.
Una visione dei corsi di studio come quella attuale, in cui queste figure sono separate, sta determinando parecchie deformazioni e svariati danni, perché si sta volutamente producendo tutta una serie di professionisti incompleti.
In sintesi penso che bisogna prendere in seria considerazione un intervento nazionale di ricostruzione di tutto il tessuto edilizio presente con un deciso e massiccio intervento di denaro pubblico ( perché pochi hanno al possibilità di costruirsi una casa decente) lasciando da parte le fantasie del debito e della finanza funzionale se vogliamo evitare tutti di rimanere intrappolati come topi sotto le macerie per futuri movimenti sismici forti o per eccezionali calamità naturali o indotte.
settembre 2019
87070 Plataci (CS)
Stamati Domenico Basile